GAO XINGJIAN: LA CENSURA E’ UGUALE DA SECOLI, OVUNQUE
Non sempre le interviste si possono limitare nei luoghi, nei tempi e nei confini prestabiliti, come nel caso di Gao Xingjian, Premio Nobel per la Letteratura nel 2000, cinese in esilio in Francia (i siti cinesi l’hanno sempre del tutto oscurato).
Per affrontare temi come il bisogno di spiritualità, la ricerca dell’anima, la libertà dell’individuo, le memoria del dolore, la complessità delle relazioni tra uomini e donne non bastò l’ora fissata di prima mattina. Così l’intervista divenne quasi un colloquio itinerante, proseguendo da San Miniato sulla piazza dei Miracoli di Pisa e nella Biblioteca della Normale.
Il dialogo con lo scrittore cinese prende forma a partire dai luoghi: il percorso-intervista, realizzato nel dicembre 2006, si snoda così attraverso le tappe della visita di Gao alle due città toscane. La sua passione per la fotografia, con la ricerca delle inquadrature che usa poi rielaborare nei suoi dipinti a china, si intreccia con l’osservazione attenta di tutto ciò che può creare un’eco dentro di lui e con l’ascolto della guida. E nel passaggio da un posto all’altro Gao trasmette anche l’impressione viva di ciò che ha appena visto. Qualche brano de “La fuga”, tradotta da Simona Polvani e presentata in lettura scenica in prima nazionale nel Teatro di Quarantana, fa da contrappunto all’intervista.
L’eco, la risonanza, le vibrazioni, il rapporto con la memoria del dolore (l’inferno della Rivoluzione culturale in Cina) sono il filo rosso di questo dialogo in cui Gao si è aperto con la più grande disponibilità. Il video delle Teche Rai vi permetterà di conoscerlo più da vicino.