La Riconciliazione e la Verità secondo Desmond Tutu: il racconto di Antije Krog, testimone diretta
Un capitolo del libro Un filo di voci. Trentadue scrittori dal mondo, ha il titolo di Apartheid in bianco e nero. Mette insieme le voci di due Premi Nobel per la letteratura, Nadine Gordimer e Toni Morrison, della cantante Miriam Makeba e di Antjie Krog. Riporto qui, in occasione della scomparsa dell’Arcivescovo Desmod Tutu, uno stralcio della parte dedicata a quest’ultima.
«Antjie Krog, la poetessa e giornalista che ho incontrato nel 2007nel crocevia letterario di Mantova, è stata testimone d’eccezione di ciò che avvenne in Sudafrica tra il 1995 e il 1998, dopo quasi mezzo secolo di apartheid imposto dalla minoranza bianca sui neri con un sistema legislativo di discriminazione razziale. Qui sotto il video delle Teche Rai e il link al testo dell’intervista integrale
https://www.teche.rai.it/2020/02/antije-krog-mantova-2007/
Quando Nelson Mandela, primo presidente nero del suo Paese, firmò l’istituzione della Commissione per la Riconciliazione e la Verità non era passato neppure un mese dalla storica vittoria della Coppa del mondo di rugby da parte del Sudafrica, narrata da Clint Eastwood nel film Invictus. Sull’onda di quel primo impatto emotivo di sentimento nazionale e di riconciliazione, Mandela avviò una sfidaben più impegnativa: creare un luogo dove raccogliere le voci delle vittime e dei carnefici di decenni di violenze. Ci sarebbero state amnistie individuali per i delitti commessi in nome e nel clima dell’apartheid, ma
solo attraverso un vero processo di riconoscimento delle colpe, perdono e riconciliazione. Per due anni e mezzo duemila testimoni diretti, neri e bianchi, vittime e carnefici, racconteranno al loro Paese e al mondo le storie più drammatiche, crudeli, violente accadute per anni e coperte dal silenzio. Antjie Krog aveva seguito giorno per giorno, per due anni e mezzo, i lavori della Commissione per la Riconciliazione e la Verità, per la radio afrikaner della minoranza bianca di cui era capo-redattrice. Il libro Terra del mio sangue, edito da Nutrimenti, da cui è stato tratto il film In My Country, ne è il resoconto letterario. turbinio di sensazioni, sentimenti, travagli che quell’esperienza ha generato. “Ci siamo subito resi conto che il passato non va mai via. Il passato è estremamente presente. Via via che la Commissione per la Riconciliazione e la Verità portava avanti il suo lavoro, tutti noi che eravamo presenti ci sentivamo sempre più coinvolti da questo dolore. Era un continuo crescere, un accumularsi del dolore un giorno dopo l’altro.”
Dopo quest’esperienza Antjie Krog provò una grandissima ammirazione e gratitudine per l’arcivescovo Desmond Tutu: «Lui ha fatto molto e ha detto a più riprese che anche i carnefici sono stati creati da Dio e che ognuno di noi ha dentro di sé la capacità di uccidere o di amare. Sento per l’arcivescovo Tutu un’ammirazione inesprimibile con le parole. Perla sua immensa umanità. Non ho mai incontrato nella mia vita qualcuno con una tale capacità di trascendere la rabbia, il dolore, il male, il risentimento, l’egoismo. Ha preso tutto questo e l’ha trasformato in qualcosa che poteva farci essere migliori. Ogni sera, dopo aver ascoltato i racconti, faceva un breve resoconto per la stampa. Noi eravamo tutti a pezzi, distrutti, non sapevamo se volevamo piangere o uccidere qualcuno e lui ci prendeva uno a uno, ci portava a gestire la rabbia e il dolore e ci diceva: “Vogliamo essere diversi ora. Essere migliori. Vogliamo essere gentili. Essere una nazione che ama”. Senza di lui questo processo sarebbe stato del tutto inimmaginabile. Gli sono grata per questo, ma anche per la sua abilità nel trovare le parole per esprimere quello che era successo. Perché noi eravamo senza parole e lui pian piano ci aiutava a trovare un linguaggio per esprimere la rabbia e il dolore».
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