Toni Morrison. Piccola storia di una registrazione tv
Mantova, Festivaletteratura settembre 2004. Tra gli incontri da non perdere c’era quello con Toni Morrison, Premio Nobel della Letteratura nel 1993, l’ultimo Nobel assegnato a uno scrittore statunitense (se non si considera “scrittore” Bob Dylan). Ma…c’era un ostacolo. “Nessuna foto e nessuna ripresa tv del mio incontro col pubblico” era la consegna di Toni Morrison agli organizzatori e all’ufficio stampa. I motivi della sua decisione, che faceva valere in ogni incontro col pubblico, si potevano comprendere in questo suo ragionamento, che espose così, parlando al pubblico:
“Scrivere è un processo lungo e costante di lettura. Leggere è un atto di resa, ci si arrende perché si entra completamente in un mondo immaginario. E’ profondamente stimolante, richiede di usare la propria immaginazione: esattamente la qualità che non è richiesta quando si guarda la televisione, perché lo schermo ti dà già tutto, i colori, i suoni, i dialoghi, l’immagine. In un libro siete voi che lavorate, così si allarga il vostro pensiero, la vostra immaginazione e questo aumenta la vostra capacità di essere persone creative nel mondo.”
La sua argomentazione era forte e il tema del contrasto tra la cultura delle immagini e quella della parola, come scoprii molto più tardi, era stato al centro del suo discorso alla consegna del Nobel a Stoccolma.
Passai buona parte della notte a scriverle una lettera per indurla a cambiare opinione, non sulla tv in generale, ovviamente, ma sulla possibilità di non privare i telespettatori di voci come la sua. “Sono sicuro – le scrissi in una lettera di cui ho conservato copia come un cimelio – che è meglio trasmettere buoni pensieri che hanno origine dalla narrativa, con immagini girate con cura, che lasciare ancor più tempo, sugli schermi di un canale all news, alle cronache di guerra, al terrorismo, a sequenze di immagini crudeli, spesso senza senso. Il nostro pubblico, interessato a ciò che accade in ogni momento del giorno in tutto il mondo, può ascoltare alcune voci come la sua che possono chiarire loro il senso più profondo delle stesse notizie. Perché – mi chiedevo e le chiedevo – i lettori dei giornali, che già leggono più libri degli altri, avranno occasione di sapere di questo incontro e i telespettatori no? Come potrò condividere con loro quest’occasione unica di incontrarla?”
Il risultato, il giorno dopo, fu una cortese risposta positiva.
Questo prezioso filmato ne è il risultato.