DIRITTI UMANI E VIA FRANCIGENA: UN ABBINAMENTO FERTILE
Non ci poteva essere abbinamento migliore tra due iniziative. Nell’estate formellese, la sera del 2 luglio, il percorso multimediale attraverso le voci di grandi scrittori e la premiazione del concorso letterario “In viaggio sulla via Francigena” si sono combinati come meglio non si poteva.
Nel cortile di palazzo Chigi, per tutta l’ora e mezza dell’evento, si è respirata attenzione: un ascolto vero delle parole profonde e intense dei Premi Nobel Nadine Gordimer, Toni Morrison , Gao Xing Jian, e poi ancora di Ryszard Kapuscinski, Eduardo Galeano e le Madres di Plaza de Mayo . Voci provenienti da quattro continenti andavano a comporre un quadro dei diritti universali che ci appartengono, ma di cui non sempre e non tutti siamo coscienti. Al centro il tema della fratellanza, ben richiamata nell’articolo uno della Dichiarazione universale dei diritti proclamata dall’ONU settant’anni fa, con le ferite fresche e i lutti lasciati in ogni Paese dalla seconda guerra mondiale. E altrettanto centrale era il tema della nostra relazione con l’Altro, con cui condividiamo sempre e in ogni caso l’umanità.
La combinazione tra i due eventi, voluta dall’Assessore alla cultura Federico Palla con il contributo del suo prezioso staff, ha permesso da un lato di mettere in relazione i grandi scrittori di altri Paesi e gli scrittori in erba (e non solo) di Formello; dall’altro di collegare i temi dei diritti e quelli apparentemente distanti della via Francigena: entrambi invece si fondano sull’incontro e l’ascolto dell’Altro, come si ricava dalla stessa lettura degli scritti che hanno partecipato al concorso (quelli premiati troveranno presto spazio in questo sito).
La serata, cui ha partecipato, con un suo intervento il sindaco Gian Filippo Santi, è stata anche l’occasione per presentare, nel modo più concreto e attivo possibile, La città di Isaura. Un buon avvio, per un’Associazione appena nata, con un primo contatto con la scuola. Se son rose fioriranno, nella prossima stagione.
(foto di Francesca Minerva)