La bambina di burro di Beatrice Masini

Michela Cesaretti Salvi legge “La bambina di burro” di Beatrice Masini   (il testo segue dopo il video)

 

 

La bambina di burro era carina, con la pelle chiara chiara, e non poteva mai stare al sole perché altrimenti si scioglieva.

La sua mamma le aveva fatto una bellissima camera dei giochi, con la casa delle bambole, i binari del trenino e la bicicletta, e lei ci poteva andare, in bicicletta e poteva anche filare, perché la camera dei giochi era molto grande.

Però la mamma continuava a dirle: “Non sudare”, “Non correre”, “Non fare questo e non fare quello”, perché aveva paura che si sciogliesse. Di uscire, poi, nemmeno a parlarne.

Per la scuola non c’erano ancora problemi infatti, la bambina di burro aveva 4 anni e quando ne compiva 5 ci avrebbero pensato. Intanto all’asilo non ci andava, ma non è che tutti i bambini vadano all’asilo, quindi andava bene anche così.

Mica tanto. Perché la bambina di burro schiacciava il naso contro la finestra ungendo un po’ il vetro, e guardava i bambini non di burro che giocavano giù nel cortile e voleva andare con loro.

La mamma non voleva. La bambina sì.

Così un giorno che la mamma era uscita, ma solo cinque minuti a chiedere un nuovo alla vicina di sopra, la bambina di burro aprì la porta, scese di corsa i quattro piani di scale, spalancò il portone e corse fuori nel cortile.

Subito i bambini la circondarono perché non l’avevano mai vista. Una bambina bionda la prese per mano e si accorse che appiccicava per via della corsa e disse: – Ma tu sei la famosa bambina di burro del quarto piano…

– Dobbiamo stare attenti che non si sciolga, disse un bambino con i riccioli.

– È già un po’ sciolta, non vedete? – disse un bambino senza i riccioli guardando una gocciolina che pendeva dal naso della bambina di burro, che non aveva il raffreddore, ma si stava proprio sciogliendo.

– Facciamole una casetta, però che ci stiamo dentro anche noi, – disse la bambina bionda, lasciando andare la mano appiccicosa della bambina di burro, ma piano, per non offenderla.

E così i bambini del cortile e fecero una casetta con le assi di legno e i rami. La bambina di burro entrò e stando lì all’ombra fresca smise di gocciolare e ricominciò ad essere ben soda. Così poté giocare, non ha giochi scalmanati di correre e sudare, ma giochi tranquilli, come quelli che si fanno con le parole.

La sua mamma invece di star via cinque minuti era stata via un’ora, perché si era messa a chiacchierare con la vicina dell’uovo.

Quando tornò a casa e vide la porta aperta si prese un bello spavento. Corse giù per i quattro piani di scale gridando: – Dov’è la mia bambina?

  • È qui sotto, al fresco, – risposero i bambini del cortile.

La mamma vide la sua bambina di burro ancora intera e fu molto tranquillizzata e da quel giorno le diede il permesso di andare a giocare nella casetta fresca con i bambini non di burro.

 

Il libro La bambina di burro e altre storie di bambini strani, di Beatrice Masini è edito da Einaudi Ragazzi, con illustrazioni di Peggy Nille

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Città Isaura

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