Mantova e i suoi “genius loci”
Ogni incontro, ogni dialogo, ogni conversazione subisce l’influenza del luogo dove si svolge. Oltre alle due (o più) persone che conversano il luogo assume anch’esso la forma di un personaggio reale. E se l’incontro assume la forma di intervista, ossia di un dialogo destinato a un pubblico, anche il personaggio-luogo, detto anche il genius loci, dice la sua, in silenzio.
Nicole Krauss nel Giardino segreto di Isabella d’Este, Palazzo Ducale, 2008
Per questo il Festivaletteraturadi Mantova è speciale, come racconto nelle prime pagine di Un filo di voci, edito da Castelvecchi:
«Creato nel 1997, questo è stato il primo festival letterario italiano, antesignano di molti altri, che hanno poi allargato gli ambiti alla filosofia,
all’economia, alla mente, al giornalismo, e altro ancora. Ora i festival sono decine e decine in tutta Italia, ma tutto è partito da qui: dalla città dove
duemila anni fa nacque Virgilio e che quindici secoli dopo fu governata da Isabella d’Este, figura luminosa del Rinascimento italiano che ospitò,
tra gli altri, Leonardo e Raffaello (che la ritrassero), Tiziano, Andrea Mantegna e il Perugino. Isabella ascoltava in anteprima, dalla voce di Ludovico
Ariosto, la lettura dell’Orlando Furioso e giocava a scacchi con il matematico Luca Pacioli. Sono loro, Virgilio e Isabella d’Este, gli invisibili
genius loci di Mantova, la loro presenza sembra pervadere ancora la città. Senza dubbio queste radici millenarie di città artistica e letteraria hanno
avuto un’influenza sulla sua primogenitura, a fine Novecento, dei festival letterari italiani. Grazie a una manifestazione capace di attrarre il Gotha
della letteratura mondiale e scrittori sconosciuti ai più, Mantova è la città dove ogni anno, all’inizio di settembre, si possono ascoltare centinaia di
scrittori senza viaggiare per nazioni e continenti. Lì ho vissuto occasioni irripetibili per incontrare molti di loro, conoscerli e sperimentare, davanti alle telecamere, quei dialoghi che ogni lettore curioso instaura idealmente con gli scrittori più amati. Una volta scoperto questo festival, non ho inseguito gli autori negli altri appuntamenti sparsi per l’Italia, con risparmio di energie e risorse. Grazie all’accurata selezione di autori e libri operata dagli organizzatori, la città lombarda è un luogo dove scoprire, ai primi di settembre, libri e autori che aiutano a orientarsi e a conoscere il mondo in cui viviamo. Spesso non sapevo nulla, a volte neppure il nome, dei personaggi che avrei incontrato. Di loro non avevo letto nulla fino alla pubblicazione del programma del festival, tra cui sceglievo le letture estive per conoscerli, sceglierli e prepararmi. Lo stesso accade alle migliaia di appassionati di questo e altri festival, che non cercano solo i loro beniamini, ma un orientamento di letture e visioni del mondo. Il ruolo di esplorazione, di mediazione
culturale, di divulgazione svolto dagli ideatori del festival è impagabile, così come l’impegno delle centinaia di “magliette blu”, preso anche
questo come esempio da altri.»
Non a caso gli incontri con venti dei trentadue autori che compongono il filo narrativo di questo libro (“filo” è davvero la parola-chiave) sono avvenuti a Mantova e risentono fortemente delle ambientazioni: dal Giardino segreto di Isabella d’Este (David Grossman e, nove anni dopo, Nicole Krauss) a Palazzo Te (Jurij Družnikov) alle acque del Mincio (Arundhati Roy) e altri ancora anche i luoghi parlano e Mantova offre davvero molte voci, tutte originali e interessanti.