Valeria Di Bitonto: RespiriamoQi

Ahhh …
Inizio la mia pratica quotidiana con un bel respiro, sonoro e liberatorio.
Riempio i polmoni, trattengo il respiro e poi “Ahhh” espiro… lasciando andare e lasciando scorrere, è un piacere! E’ così che inizio.


Pratico e insegno da molti anni Taijiquan e Qigong, arti nelle quali si “lavora” sul respiro.
“Io insegno a respirare?” Mi chiedo.
“Ma si può insegnare? Respirare si respira, non si insegna!” Mi rispondo.

Così Valeria Di Bitonto ha scelto di iniziare il suo capitolo de Il senso del respiro dal titolo “RespiriamoQi”, dove Qi (in un’altra traslitterazione dal cinese “Chi”, la lettura è la stessa:”Ci”) è la parola cinese che indica il Respiro. O meglio – come spiega Valeria nella sua introduzione – “Qi è il respiro di tutti gli esseri e di tutto l’universo. E’ il soffio che continuamente si trasforma, dando vita a tutte le cose; è l’energia, ciò che anima i fenomeni, il soffio vitale e il ritmo dell’esistere della Natura, che sia visibile o no.Qi è uno ma si esprime in due, i famosissimi yin/yang, coppia indissociabile. Un po’ come Fred Astaire e Ginger Rogers!”
L’autrice ha da sempre la passione per la cultura cinese, scelta per i suoi studi all’Università La sapienza di Roma, dove si è laureata in lingua e letteratura cinese. Ma non si è limitata allo studio della lingua. Appassionata di filosofia taoista, diplomata in medicina cinese, si è dedicata allo studio e all’insegnamento dei principi e delle tecniche “yangsheng”, termine che si può riassumere in “coltivare la vita” “avere cura”. Seguendo questo percorso insegna da molti anni le due antiche arti marziali (Taijijuan e Qigong) basate sul respiro ed è operatore di massaggio tradizionale cinese Tuina. Collabora con il Cimi(Centro italiano di medicina integrata di Roma) e con l’associazione culturale Sinaforum.Nel 2019 ha tradotto e curato, per la casa editrice Luni, il volume Sulla strategia, tratto da un capitolo di Huainanzi, manuale del Principe o Maestro di Huainan, opera filosofica cinese del II sec. a.C., dedicato all’arte della guerra e alla gestione del conflitto.
E proprio al conflitto, quello interiore, quello generato dalle nostre stesse emozioni, si riferisce Valeria quando invita, di fronte alla sensazione di non respirare, di essere in affanno o in apnea, a “osservare il respiro, dare spazio al soffio, seguire le sue vie. L’atto respiratorio non è che l’inizio. E’ necessario fare spazio; si dice anche vuoto. Provo a descriverlo immaginando un palloncino, rosso, quello che si gonfia alle feste dei bambini… inizi a soffiare ma resiste, le sue pareti sono dure, attaccate una all’altra, che fatica, è uno sforzo gonfiarlo! Ma insistendo
si elasticizza, si scolla, molla la presa, si fa spazio; così il soffio può circolare, riempire, far vivere e finalmente si può giocare. Il palloncino ha preso forma.

 

 

 

 

 

 

Città Isaura

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